L'essere condizionati equivale sempre al doversi omologare a comportamenti, schemi di pensiero, stili di vita standardizzati? Oppure è possibile, nell'essere condizionati, mantenere un comportamento, uno schema di pensiero od uno stile di vita originale?
Ebbene, tutto dipende da come si fa esperienza del condizionamento, ovvero se avviene un'identificazione con lo stesso, oppure no. Un'identificazione che avviene nel momento in cui non vi consapevolezza in merito a chi siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti e perché siamo qui.
E questa è una consapevolezza che acquisiamo solo vivendo ed osservandoci in merito a ciò di cui ci ritroviamo a fare esperienza. In sostanza, è nell'essere condizionati nell'ambito della nostra esperienza di vita che impariamo a conoscerci e a capire cosa è per noi e cosa non lo è, a patto di osservarci nel processo.
È possibile quindi affermare che il condizionamento non è negativo di per sé, ovvero non ci impedisce a priori di realizzare la nostra natura nel mondo. Lo diventa nel momento in cui non ci osserviamo in relazione a ciò che viviamo. Perché è il non osservarci che ci rende vulnerabili. Vulnerabili nel senso di essere aperti a persone e cose verso le quali dovremmo, invece, essere chiusi, in quanto tossici per la nostra natura.