Si nasce analisti o lo si diventa?





Si nasce analisti di Human Design o lo si diventa?

Da quanto ho avuto modo di osservare, lo si diventa, a condizione di essere predisposti in tal senso.

Tecnicamente, si diventa analisti frequentando uno dei diversi corsi che sono in giro e che danno la possibilità di acquisire gli strumenti e le tecniche necessarie per leggere una carta di Human Design. 

Ma c'è una cosa che non può essere insegnata: la sensibilità. La sensibilità nel dosare e combinare in modo sinergico le informazioni riportate nella carta.

Immagina che ogni carta di Human Design nasconda in sé la ricetta di un piatto. Una ricetta, il cui sapore è il risultato della combinazione dei vari ingredienti che la compongono. Ingredienti che spesso hanno sapori contrastanti e che, per questo, devono essere dosati in un certo modo per riprodurre il piatto a cui quella ricetta corrisponde. In tal senso, è fondamentale vedere cosa enfatizzare, cosa tralasciare, e come informazioni contradditorie, o persino opposte nel loro significato, sono in realtà designate ad incastrarsi perfettamente le une con le altre.

Naturalmente, tutto ciò richiede una conoscenza approfondita degli ingredienti che si vanno a combinare, ed è proprio qui che i diversi corsi per diventare analisti entrano in gioco. Ma se poi manca la sensibilità, si finisce con il dare la stessa importanza ai vari elementi di cui si compone la carta, come se fossero tanti pezzi del puzzle da unire assieme per dare vita alla figura intera.

Sì, certo, quello di accostare assieme i diversi ingredienti è il primo passo, ma poi è necessario andare più in profondità e vedere cosa effettivamente lega gli ingredienti gli uni agli altri, oltre che sapere come dosarli in base al ruolo che sono designati ad avere all'interno della ricetta.

E questa è un'arte. Magari un'arte che è possibile affinare con la pratica e l'esperienza, ma che comunque richiede una predisposizione iniziale. La predisposizione a mettersi in ascolto della carta che si ha davanti, perché la carta "parla" sempre a chi la sa ascoltare.